La sindrome di Alienazione Genitoriale (PAS): come riconoscerla
I dati nazionali parlano chiaro, sono in aumento le separazioni familiari e le conseguenze di questo fenomeno spesso sono ravvisabili nei figli di queste coppie: si tratta della Parental Alienation Syndrome (PAS), termine utilizzato per designare una patologia relazionale che costituisce la “risposta distintiva” del sistema familiare sottoposto al trauma della separazione (Conway Rand, 1997a, 1997b).
Le manifestazioni sintomatiche sono osservabili in soggetti in età evolutiva, frequentemente di età compresa tra i 7 ed i 14-15 anni (Gardner, 1985, 1998b). Tale disturbo si manifesta essenzialmente nell’ambito delle controversie legali per l’affidamento dei figli, ed è stato accolto solo recentemente nel panorama della psicologia italiana, grazie all’opera di autori quali Gulotta (1998) e Buzzi (1997) che hanno tradotto l’espressione inglese in “Sindrome di Alienazione Genitoriale”.
Si tratta di una vera e propria “sindrome”, caratterizzata da un insieme di sintomi differenziati ma legati da una comune eziologia, che compaiono insieme e causano specifiche difficoltà. La sua manifestazione principale consiste nel rifiuto immotivato del figlio a mantenere i rapporti con il genitore non affidatario, rifiuto accompagnato da una forte ed ingiustificata campagna di denigrazione: quest’ultima è il risultato della programmazione diretta o indiretta da parte del genitore alienante e del contributo attivo del bambino (Gardner, 2001a). Alcuni autori sono concordi nell’evidenziare le motivazioni dei genitori alienanti di come, il più delle volte nascono dal loro bisogno di vendicarsi dell’ex-partner o dal profondo rifiuto che sentono nei suoi confronti, sentimento che diviene ancora più intenso se frutto di un tradimento o di una profonda umiliazione personale.
Tra gli effetti osservati si evidenziano:
- aggressività;
- scarso controllo e tendenza all’acting-out;
- comportamento ostile generalizzato verso amici, parenti e colleghi del genitore bersaglio;
- disorientamento, confusione emotiva e intellettiva;
- disordini alimentari, del sonno, dell’attenzione e psicosomatici in generale;
- alto livello di dipendenza emotiva, passività e bassa autonomia;
- bassa autostima, tendenza alla depressione e alla regressione;
- disturbi psicosomatici;
- disturbi dell’identità, tendenza a sviluppare problemi sessuali, di identità, di genere, relazionali, emotivi;
- difficoltà di decentramento cognitivo, eccesso di razionalizzazione;
- futuro carattere manipolatorio e/o materialistico;
- comportamenti autodistruttivi e/o ossessivo-compulsivi;
- tossicodipendenza e alcol-dipendenza;
- egocentrismo, narcisismo e Falso Sé;
- problemi scolastici;
- presenza di sindromi di tipo psichiatrico nei casi di severe PAS.
Gadner descrive 8 principali manifestazioni:
- campagna di denigrazione;
- razionalizzazioni deboli, superficiali e assurde;
- mancanza di ambivalenza;
- fenomeno del pensatore dipendente;
- appoggio automatico al genitore alienante;
- assenza del senso di colpa;
- scenari presi in prestito;
- estensione dell’ostilità.
È indispensabile che gli interventi siano finalizzati alla ricostruzione del legame tra minore e genitore alienato e al contenimento degli effetti della Sindrome di Alienazione Genitoriale; i clinici sono concordi che è necessaria la stretta collaborazione tra professionisti del settore legale e di quello socio-sanitario.
Lo stesso scopritore della sindrome di alienazione genitoriale, sottolinea infatti, più volte il concetto della necessità di un lavoro sinergico dal momento che “nessuna delle due discipline, giuridica e psicologica, può efficacemente e significativamente intervenire sulla situazione in maniera autonoma” (Gardner, 2001b).