Quando mangiare diventa un problema…
Quando si parla di Disturbi dell’Alimentazione si fa necessariamente riferimento ad una vera epidemia sociale sia nella prevalenza che nell’incidenza (Gordon, 1990). In Italia ci sono circa tre milioni di giovani che soffrono di questo disturbo e decine di milioni nel mondo si ammalano ogni anno: la fascia d’età più colpita è tra i 12 ed i 25 anni, anche se oggi l’età si è abbassata da 8 a 10 anni.
Circa il 10% dei giovani tra i 12 ed i 25 anni è affetto da Disturbo dell’Alimentazione, interessando ormai anche i maschi, che sono passati dall’1% di 12 anni fa al 10% di oggi, con un’età di comparsa tra i 13 e i 17 anni; senza considerare l’incremento globale che tali disturbi hanno avuto sul resto della popolazione.
La diffusione epidemica dei “Disturbi dell Condotta Alimentare” (DCA) dagli anni Sessanta in poi ha messo a confronto psicologi e psichiatri con un fenomeno molto complesso che nel tempo ha assunto caratteristiche sempre più eterogenee. La progressiva trasformazione delle manifestazioni cliniche, che dall’iniziale predominanza di anoressia restrittiva si sono spostate verso forme prevalentemente bulimiche alla fine degli anni Ottanta, è stata accompagnata da diverse rivisitazioni dei criteri diagnostici non ultima la presenza del “Binge Eating Disorder” (BED – dal DSM V, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, 2015) e da un numero sempre crescente di ricerche ed ipotesi eziopatogenetiche del disturbo.
Le diverse descrizioni dei disturbi alimentari in termini sintomatici, ma anche secondo diverse dimensioni strutturali, corrispondono clinicamente a una altrettanto ampia variabilità del decorso clinico e della trattabilità. Questa variabilità pone inevitabilmente dei problemi diagnostici molto importanti che mettono in discussione da una parte l’arbitraria distinzione delle sindromi (Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, BED, EDNOS) e la loro diagnosi in senso esclusivamente descrittivo fenomenologico, e dall’altra la possibilità di collocare in maniera univoca queste patologie in termini strutturali.
Sembra quindi opportuno chiedersi come oggi si manifestino i Disturbi dell’Alimentazione e come possano essere compresi sia in termini dimensionali che categoriali, sottolineando anche la frequente comorbilità con altri disturbi, soprattutto i Disturbi dell’Umore che ne influenzano il decorso clinico e la prognosi (Akiskal-Rihmer, 2009 – Tavormina, 2012)
L’acronimo EDNOS, cioè i “Disturbi dell’Alimentazione Non Altrimenti Specificati”, sta ad indicare proprio quella tipologia di disturbi dell’alimentazione all’interno di un’altra classe di disturbi. In pratica…: tutto ciò che non è né anoressia nervosa, né bulimia nervosa, né Bed, e comprese delle sintomatologie particolari, come ad esempio:
- Quadro Simil-Anoressia: situazione caratterizzata da una forte difficoltà nell’alimentarsi causata da problemi digestivi (i soggetti vorrebbero alimentarsi ed aumentare di peso ma non riescono perché nel momento in cui il cibo viene introdotto, compaiono sintomi dolorosi a carico dell’apparato gastrointestinale e la fastidiosa sensazione di avere “la pancia gonfia”);
- Sindrome Mastica e Sputa: detta anche “Chewing and Spitting Syndrome”, situazione questa in cui i soggetti masticano avidamente grandi quantità di cibo che poi non viene deglutito;
- Night Eating Syndrome: situazione caratterizzata da anoressia diurna con iperfagia serale, da non confondersi con la “Nocturnal Eating Syndrome”;
- Grazing: situazione caratterizzata dal comportamento del soggetto che “spizzica” continuamente durante tutto l’arco della giornata, senza riuscire a suddividere i pasti giornalieri nei canonici colazione, pranzo e cena;
- Ortoressia: in questo caso il soggetto ha una preoccupazione eccessiva per la “purezza” del cibo che si assume, evidenziando il bisogno di conoscere ogni singolo ingrediente contenuto negli alimenti, il timore eccessivo per le conseguenze di un’alimentazione scorretta, il disgusto nel riempire il proprio corpo con sostanze non naturali (con la paura di contaminare il proprio corpo e il periodico desiderio continuo di depurarsi). È da sottolineare che la ricerca e la preparazione di cibi “puri” richiede moltissimo tempo (con un forte senso di colpa quando si trasgredisce la dieta), tale che spesso il soggetto compromette di conseguenza inevitabilmente il funzionamento socio-lavorativo.
- Bigoressia: situazione fortemente presente nei soggetti maschi, presentando elevata preoccupazione di possedere un corpo non sufficientemente muscoloso, con il grande timore di essere troppo piccoli o muscolarmente inadeguati piuttosto che di essere troppo grassi (come nell’anoressia nervosa), o di avere altri difetti estetici (determinando ciò frequente angoscia o compromissione del funzionamento socio-lavorativo).
È IMPORTANTE sottolineare che oggi grazie all’esistenza di Centri Specializzati sparsi per l’Italia ed al lavoro di rete tra clinici dei disturbi alimentari si può guarire da queste problematiche.
E’ fondamentale ricordarsi che esiste un Numero Verde gestito dal Ministero della Salute(800180969) che dà informazioni in merito ai Centri di Cura e fornisce supporto telefonico dal lunedì al venerdì h24.